Cenni storici di Bisegna

Il paese di Bisegna, di antichissime origini, è posto su uno sperone roccioso all'inizio della Valle del Giovenco, dove il fiume omonimo ha le sue sorgenti, in posizione strategica per l'osservazione ed il controllo della valle, che da sempre ha rappresentato una delle più importanti vie di penetrazione verso la Marsica interna. Il paese attuale si è formato a partire dai secoli XI°-XII° quando, in seguito al generale fenomeno dell'incastellamento, si iniziarono a costruire i paesi in posizione alta, sulle colline, sulle cime o a mezza costa dei monti, circondati da mura. Il ritrovamento, all'altezza di Bisegna e S.Sebastiano, di due frammenti di utensili in pietra: un nucleo di selce di buona qualità da cui sono state ricavate piccole lame ed una scheggia triangolare con un lato ritoccato, attesta, già in età preistorica, la presenza di insediamenti sparsi nel fondovalle e sulle piccole alture a ridosso del fiume.

All'inizio dell'età del ferro (XI°-VIII° sec. a.C.), a causa della necessità di dotarsi di maggiori difese, dovuta probabilmente all'arrivo di nuove popolazioni, gli abitanti si ritirarono sulle alture circostanti in "Centri Fortificati", costituiti da cinte murarie realizzate con pietre poste a secco e dotati di porte, cisterne, fossati, ecc. Nel territorio comunale centri fortificati sono stati individuati sul Colle Bernardo e sul Colle Arienzo, lungo il versante occidentale della valle, sulla propaggine rocciosa dove è l'attuale abitato di Bisegna (Grossi) e ancora a Le Castella (toponimo locale) situato a mezza costa all'inizio della valle sopra la chiesa di S.Giovanni.

Questa situazione insediativa si mantenne fino al IV° sec. a.C., quando, dopo la guerra dei popoli italici contro Roma e la successiva concessione del foedus ai Marsi (302 a.C.), si crearono nuove condizioni per una duratura fase di stabilità politico-amministrativa, che indusse le popolazioni ad abbandonare i centri fortificati, quantomeno quelli alti più scomodi, e tornare nei siti a valle e sui pendii sottostanti a formare nuovi villaggi chiamati Vicus, numerosi infatti sono gli indizi della presenza umana nella zona databili dal IV° sec. a.C. in poi.

Testi di Giovanni Nardone